Chi siamo

SOS Alzheimer è un’associazione di volontariato con sede a Roma, la cui missione è ottenere le cure adeguate per i malati affetti dal Morbo di Alzheimer e da tutte le forme di demenze senili e degenerative e l’appropriato sostegno alle famiglie. Per raggiungere tale missione, SOS Alzheimer si propone come interlocutore e portavoce dei malati e dei loro familiari presso le Istituzioni pubbliche e private.

SOS Alzheimer ha contribuito con la stesura di alcuni emendamenti, alla realizzazione della LEGGE REGIONALE 12 giugno 2012, n. 6 “Piano regionale in favore di soggetti affetti da malattia di Alzheimer-Perusini ed altre forme di demenza”.


Perché l’Associazione “SOS Alzheimer”

A volte la vita ci pone di fronte a prove difficili ed a scelte impegnative. Prima che mio padre si ammalasse di precoce demenza senile, di tipo Alzheimer non conoscevo affatto la differenza tra un medico psicologo, un neurologo, un patalogo, un geriatra e la mia vita fino a quel momento era trascorsa nella più serena incoscienza. E non me ne rendevo conto. Tutto ad un tratto, quel padre che per me era stato la via maestra della mia esistenza, mi chiedeva aiuto e mi appariva disorientato e confuso. Quell’uomo forte, deciso e rigoroso era improvvisamente diventato insicuro ed in balia delle sue paure e delle sue debolezze.

Da figlia viziata, ho, perciò, dovuto velocemente trasformarmi in “capo di casa”, responsabile della gestione della famiglia. Non è stato facile. In primis accettare la malattia di papà – e non l’ho ancora accettata – ed ancor più difficile sostituirmi a lui, cercando, al tempo stesso, di aiutarlo e sostenerlo. Così la mia famiglia si è trovata nel tunnel della disperazione: la malattia che progrediva velocemente, io e mia madre impotenti, papà sempre più lontano ed irriconoscibile.

E così abbiamo cominciato a visitare i centri UVA, gli Ospedali, le cliniche e gli studi privati di mezza Italia, trovandoci di fronte ad una varietà sconfinata di medici. Ma la diagnosi, quasi per tutti, sempre la stessa. Con l’evolvere della malattia, io, consapevole, purtroppo, dell’inesistenza di una terapia farmacologica efficace, ho preso a leggere, a documentarmi, a dialogare via e-mail con centri di ricerca americani, quasi per voler esorcizzare in qualche modo la malattia del “lungo addio”, con la speranza sempre manifesta, di trovare un rimedio risolutivo per mio padre così come per i tanti malati che negli anni ho conosciuto insieme al dolore ed al dramma dei loro familiari, sconvolti dalla tristezza e dalla violenza impietosa del Morbo di Alzheimer.

È così che nasce l’Associazione nazionale SOS Alzheimer. Per dare una risposta? Me lo auguro. Sicuramente per tentare di informare il più correttamente possibile le famiglie dei malati su che cosa è la malattia, su come si può manifestare, sulle conseguenze che comporta. Informare e sostenere le famiglie che troppo spesso sono lasciate a corto di notizie mediche utili ed isolate da parenti ed amici, quasi come avessero una malattia contagiosa, finiscono in molti casi per cedere il passo alla depressione e perdersi loro stessi.

Servizi relativi al territorio, assistenza specializzata domiciliare, visite anche domiciliari, laddove il paziente sia nell’impossibilità di muoversi, assistenza fisioterapica, consulenza legale, fiscale e, soprattutto, un punto di riferimento cittadino dove poter ricevere informazioni di prima mano, cosiddette “di servizio” o semplicemente un conforto.

Per realizzare tutto questo l’Associazione SOS Alzheimer ha voluto costituire un Comitato scientifico con una classe medica specializzata e dedicata, presieduta dalla Prof.ssa Rosalba Benvenuto, quindi ha provveduto a stipulare protocolli di collaborazione con altre entità presenti sul territorio come l’Associazione “Età Libera” e la “Fondazione Sant’Antonio”. Per un triennio ha collaborato attraverso l’iniziativa dello Sportello Alzheimer con l’Azienda ospedaliera Sant’Andrea, ha istituito presso l’Associazione culturale Torraccia il Salotto Alzheimer così come presso il Centro del Sacro Cuore, presso i locali della Parrocchia dedicata alla Santa Edith Stein ed, infine presso l’Istituto Seraphicum di Roma.

L’obiettivo primario è aiutare le famiglie al momento impegnate a convivere con la Malattia, senza dimenticarsi però di guardare oltre, alla ricerca ed a cosa fare per sostenerla.

Per questo riteniamo importante affiancare, come possibile, enti di ricerca, meglio se italiani, come l’EBRI per tentare di ottimizzare tempi e modi di reperimento dei fondi, cercando di superare le tante e ben note difficoltà burocratiche del nostro Paese, perché siamo convinti che la scienza possa raggiungere anche quest’altro importantissimo traguardo.